E' quasi ora di riaprire questa casa. Tocca spolverare. Affascinato da questa totale inutilita' che, indi per cui, ha del tutto senso.
E' quasi ora di riaprire questa casa. Tocca spolverare. Affascinato da questa totale inutilita' che, indi per cui, ha del tutto senso.
questo blog qua e' un po' stanco. Se volete ascoltare facezie destrutturate, pigramente impacchettate in 140 caratteri, mi trovate qua
Allora, torniamo alle cose serie.
Premetto che sono un konamiano convinto, non credo che Fifa abbia mai, e dico mai, superato Pes, neanche nello scorso biennio, che sia chiaro.
Ovviamente, in questa versione, entrambi i giochi concentrano movimenti e comandi sulle due aree inferiori del touch screen: sulla sinistra il jostick virtuale, sulla destra i bottoni (2 per Pes, 3 per fifa). E gia' qua si capisce come Pes sia in maggiormente in grado di pensare alla piattaforma cui e' destinato: 3 tasti in uno schermo ristretto sono una esperienza d'uso non eccellente, con il risultato di fare cose che non vorresti.
In particolare, l'azione di cambiare il giocatore che si comanda, riesce molto piu' intuitiva in Pes, dove basta toccare una qualsiasi parte dello schermo, mentre in FIFA e' necessario usare l'apposito tasto o, peggio, toccare il gicatore che si vuole comandare. Improbabile.
Fluidita' di gioco: Pes vince a mani basse, l'esperienza solita su PS3 e' come se fosse minitaturizzata. Il feeling che si ha nei movimenti, nel capire l'effetto della azione che si sta creando, e la capacita' di giocare maggiormente di squadra data l'intelligenza artificiale superiore, consentono di portarsi il realismo in tasca. Fifa risulta piu' macchinoso ed e' molto piu' facile tirare in porta (ma con meno varieta' di tiro).
Comandi: Pes vince perche' si basa sulla sensibilita' del giocatore (voi, non quelli dentro l'iPhone), e sul modo di utilizzo del tasto tiro o passaggio (pressione, durata, direzione etc.), ho trovato il jostick virtuale FIFA meno sensibile dopo le prime partite, quando il pollice premuto sullo schermo crea ovviamente piu' attrito (sudorazione, temperatura o altri fattori).
Suoni: Pes tutta la vita, e il realismo degli stadi non ha paragoni. Ultimo ma non meno importante: in PES il commento e' OFF di default. Bravi
Menu: a parte il fatto che Pes fornisce la Champions, il menu' di Pes e' estremamente navigabile, completo e ricco di features, molto piu' di Fifa, che dalla sua, ha una maggiore semplicita' ed e' facile da capire dal primo momento.
Insomma: Pes per iPhone non vede Fifa neanche da vicino. E se dovete spendere quei 4 o 5 euro per passare qualche ora in treno negli stadi di tutto il mondo, sapete a chi dare quei soldi.
stavo commentando un bel post a casa di Massimo, e mi son ritrovato a pensare a qualcosa che mi girava in testa da tempo.Ricopio il commento qua nel caso qualcuno abbia consigli. Giusto un'idea, poi, chissa'.
sarebbe interessante listare l’elenco dei comuni che (in Italia ) hanno dei casi d’eccellenza da condividere. Non so a livello di regione, manco dall’Italia da troppo, forse.
Ma ad oggi, se io volessi tornare in Italia, con un bimbo piccolo, volendo vivere in un piccolo centro con dei buoni centri educativi nelle vicinanze (magari a meno di un’ora di treno da una citta’ medio-grande) e una politica intelligente del bene pubblico, quali sono le scelte? La mia Torino si e’ mossa, a mio parere bene, ma la provincia e’ a volte desolante. Forse non e’ ancora abbastanza. Ma quali sono i luoghi che possiamo raccogliere ad esempio e di cui andare orgogliosi dei propri amministratori locali, a prescindere dai colori?
Ultimamente, anche per mancanza di tempo, sono costretto a rifiutare molti degli inviti a parlare a eventi di vario tipo in Italia. Alcune volte il motivo e' perche' l'evento e' del tutto inutile. O meglio, sarebbe utile se sul palco ci fossero professionisti in grado di trasmettere qualcosa a chi sta in sala.
Non e' detto che io sia in grado di trasmettere chissa' che cosa, per cui forse limitare le apparizioni e' una cosa piu' che positiva per chi dovrebbe sorbirsi il sottoscritto, ma l'assembramento di venditori di pentole e' sempre abbastanza nutrito.
Durante il mio ultimo intervento (ero in teleconferenza), la maggior parte degli altri speaker (credo fossero 8, ma 3 godevano di tutto il mio rispetto), si dividevano nelle seguenti categorie:
Dustin racconta (rispondendo a una domanda su Quora, e cosa che gia' sapevo, conoscendo Mark e avendo letto il noioso libro da cui il film e' tratto), che "The Social Network" e' leggermente deviato, come script, su cose che non e' che avessero tanto tempo di fare, all'epoca.
Ma e' Hollywood, chetelodicoafare
Ok, tengo aperto sto cosoblog. E ricomincio con una roba che non interessa a nessuno. Non e' esterofilia, solo attenzione ai dettagli.
Luogo 1: Concessionaria Audi di Milano, Italia, zona Marghera
Tempo 1: 2 anni fa
Azione: tagliando e cambio pastiglie e dischi, + altra roba
Arrivo alla concessionaria, capisco grazie a un cartello che devo prendere una delle due rampe. Azzardo e trovo quella giusta. Arrivato, un paio di ragazzi stanno trapanando delle carrozzerie, nessuno mi fila.
Aspetto.
Ok, mi dirigo verso uno dei trapananti che mi indica un ufficetto con porta metallica e sedia di plastica vuota.
Vado. Aspetto.
Volevo raccontare dei 6 anni passati in Google. Dei team che ho costruito, delle cose affascinanti che siamo riusciti a fare. Dei nostri errori, delle lezioni che ho imparato. Dei grandiosi giornalisti coi quali ho avuto la fortuna di lavorare, specialmente in Italia (e anche dei meno grandiosi, volendo).
Della passione. Di come ho visto la tecnologia cambiare, incidere sulle nostre vite, farci sognare e incazzare. Dei viaggi, degli aerei persi. Delle scadenze impossibili, delle notti insonni. Delle notti serene.
Delle risate con Larry e Sergey a Bologna. Delle discussioni con Eric dall'altra parte dello schermo.
Dell'Africa, e delle immense opportunita' che mi hanno fatto vedere. Delle notti e le mattine passate con i ragazzi del team della procura di Milano, per la causa Vividown, gentili e professionali, sempre. Quasi tutti.
Perché il popolo tollerò favorì e applaudì questi delitti? Una parte per viltà, una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse o per machiavellismo. Vi fu pure una minoranza che si oppose; ma fu così esigua che non mette conto di parlarne. Finché il capo (parola cambiata, ndr) era vittorioso in pieno, il popolo guardava i componenti questa minoranza come nemici del popolo e della nazione, o nel miglior dei casi come dei fessi (parola nazionale assai pregiata dagli italiani).
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